lunedì 1 ottobre 2012
Linux e open source nella P.A.
Finalmente anche l'Italia si sta muovendo nella direzione giusta e lo scorso agosto è diventato legge... Sto parlando di Linux e l'open source in genere nella pubblica amministrazione. E' una notizia strepitosa non solo perchè sono un fan di Linux e mi piacerebbe vederlo in ogni computer, soprattutto perchè i soldi spesi per l'informatica ovviamente arrivano dalle nostre tasche, quindi più risparmiano e meglio è!
Poi c'è la questione filosofica che non è da poco. Vogliamo combattere la pirateria, ma quando scarichiamo un file di pubblico dominio richiede office oppure internet explorer... Insomma il file è pubblico ma per visionarlo dovrei spendere soldi! Mi sembra un pò un controsenso. Ci vorranno anni per effettuare il passaggio, ma almeno si vede un inizio!
L'articolo 68 del Codice dell'Amministrazione Digitale (D.Lgs. 82/2005) offre le linee guida per le procedure di acquisizione del software da parte della Pubblica amministrazione. Queste le novità introdotte nel primo comma:
1. Le pubbliche amministrazioni acquisiscono programmi informatici o parti di essi a seguito di una valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico tra le seguenti soluzioni disponibili sul mercato:
a) software sviluppato per conto della pubblica amministrazione;
b) riutilizzo di software o parti di esso sviluppati per conto della pubblica amministrazione;
c) software libero o a codice sorgente aperto;
d) software combinazione delle precedenti soluzioni.
La normativa parla chiaro: se in precedenza non vi erano criteri di priorità fra le soluzioni da scegliere, adesso la precedenza è data al software open source, a meno che questo, per un preciso motivo da dimostrare, non sia adatto allo scopo oppure di livello avanzato nell’utilizzo dello stesso. Quindi ampio spazio all'open source.
Quindi tanti auguri a Linux e all'open source anche in Italia!
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